martedì 19 luglio 2011

Le questioni irrisolte trattengono anche i fantasmi

È incredibile. Si puó realizzare un sogno senza accorgersene? Mancano poco meno di due settimane al mio rientro in Italia eppure, sembrerà strano ammetterlo nuovamente ma ancora adesso il criceto che mi ritrovo in testa, non ha ancora realizzato la cosa. Credo sia unicamente un mio blocco perchè tutte le altre persone che conosco che si trovano qui hanno ormai realizzato da tempo. Nonostante in questi due mesi e mezzo abbia condotto uno stile di vita completamente differente e abbia parlato, o per lo meno cercato d'esprimermi in una lingua che ancora non mi appartiene completamente ma che sento così vicina ed affine, direi che l'emozione più grande provata sino ad ora sia stata al momento del mio atterraggio.  I miei occhi hanno assorbito tutto: ogni immagine, ogni gesto senza comunicare appieno le emozioni al resto del corpo, un pó come quando si gioca al "telefono senza fili" e non si riescano ad afferrare del tutto le parole del compagno a te vicino  . Che forse siano state talmente tante da annullarsi a vicenda? È un vero mistero, chissà se riusciró a risolverlo nel momento in cui i miei piedi calcheranno nuovamente terra di casa. Forse pensavo che la mia vita avrebbe preso una svolta più decisiva, forse mi aspettavo tante risposte che alla fine non sono arrivate o più probabilmente ho continuato a sentire il peso di quell'emozioni complicate che mi sono portata sino a qui. È un pó come se questi mesi avessero cercato di resettare la mia vita ma un piccolo ponte di vecchie emozioni fosse riuscito a rimanere attaccato a quella vecchia creando una sorta di conflitto o sconquasso, mandando in cortocircuito il tutto, non facendolo funzionare. È brutto ammetterlo, ma ho usato questo viaggio come mezzo di fuga e nonostante la meta sia stata l'altra parte del mondo, i problemi irrisolti mi hanno  inseguita e raggiunta. Hanno lanciato su tutto una sottile patina che ha reso offuscato il cuore. Arrivata a questo punto, posso davvero affermare in prima persona e non soltanto per sentito dire, che dai problemi non si puó proprio scappare, per questo l'unica cosa da fare, è accettarli e nonostante sappia ci vorrà del tempo, tanto tempo, cercare di risolverli in qualche modo. Eppure malgrado questo, sono riuscita ad apprezzare questo paese, a capire l'importanza del mio viaggio e a fare del Giappone una seconda casa (o forse la prima? XD) dove mi sono sentita ben accolta e coccolata. Vivere da sola per la prima volta, fare il bucato, cucinare o per lo meno tentare di farlo, fare la spesa con i soldi guadagnati coi miei vecchi lavoretti in Italia. La soddisfazione di essere riuscita a fare tutto questo da sola c'è, la felicità anche, eppure nonostante tutto questo sento ancora come se mancasse qualcosa. Se solo riuscissi a scoprire di cosa si tratti potrei provare a cercare di procurarmela...il Brucaliffo lo chiedeva sempre in anticipo "cosa essere tu?".

Nessun commento:

Posta un commento